Pignoramento Conto Cointestato: Come Funziona e Fino a che Limite si Può Pignorare un Conto Cointestato!

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pignoramento conto corrente cointestato

Come funziona il pignoramento del conto cointestato?

Ma soprattutto se hai un conto cointestato il pignoramento è applicabile nella stessa misura in cui viene reso per un conto intestato ad un solo titolare?

Sono queste le tante domande che spesso in molti si fanno e che riguardano proprio il pignoramento di un conto corrente cointestato.

In questa guida cercheremo di rispondere a queste ed altre domande, cercando di fare chiarezza su quali siano le possibilità che in termini di leggi si hanno.

Prenderemo in considerazione sia le possibilità in mano alle banche o alle società finanziarie per quanto riguarda il pignoramento su conto cointestato sia in riferimento agli strumenti che tu stesso, in quanto titolare di un conto, puoi adottare per riuscire ad autotutelarti.

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Come funziona

La domanda da cui partiamo per cercare di affrontare in modo ordinato e completo il problema è la seguente: si può pignorare un conto cointestato?

Si parla in questo caso di pignoramento presso terzi di conto cointestato e per il creditore il fatto che il conto sia intestato a due persone non costituisce un ostacolo per effettuare il pignoramento.

Ci sono però dei limiti che dobbiamo prendere in considerazione.

Infatti il pignoramento del conto cointestato può essere fatto soltanto nei limiti del 50%, quindi nei confronti della metà delle somme che hai depositato presso il tuo conto.

Le somme, quindi in questo caso il 50% di esse, rimangono bloccate e non possono essere oggetto di prelievo.

Invece le eccedenze, quegli importi che vanno oltre la disponibilità del valore del pignoramento, possono essere utilizzate sia dall’uno che dall’altro intestatario del conto.

Tutto ciò non riguarda soltanto le somme che già sono presenti sul conto, ma riguarda anche tutte quelle cifre che vengono versate dopo il pignoramento: ogni importo viene bloccato nella misura massima del 50%.

Come avviene la procedura

Ma del conto corrente cointestato il pignoramento come avviene?

Si deve infatti portare avanti una procedura piuttosto precisa, perché altrimenti il valore del blocco delle somme non acquisirebbe applicazione.

Prima che avvenga il pignoramento del conto cointestato, il creditore deve notificare al debitore alcuni elementi molto importanti.

Innanzitutto deve notificare il titolo esecutivo.

Quest’ultimo può essere una sentenza, un decreto ingiuntivo, una cartella dell’agente della riscossione.

Poi c’è l’obbligo di notificare l’atto di precetto.

In questo modo viene dato al debitore un termine ultimo di 10 giorni per pagare la somma.

Infine si scrive l’atto di pignoramento, che, oltre ad essere inviato al debitore, viene comunicato anche alla banca o alla Posta presso il quale il debitore ha il conto corrente.

Con l’atto di pignoramento vero e proprio si ordina alla banca di non pagare al correntista le somme che sono state oggetto del pignoramento.

Il rapporto del 50% del pignoramento

Abbiamo già parlato del limite del 50% del pignoramento del conto cointestato.

Tuttavia dobbiamo fare qualche altra precisazione a questo proposito.

Dobbiamo dire che il pignoramento può arrivare soltanto al 50% del conto, anche se il valore del debito è superiore al 50%.

Esempio Pratico

Facciamo un esempio a questo proposito.

Se per esempio hai un debito di 5.000 euro e hai un conto corrente cointestato che contiene 2.000 euro, il pignoramento può arrivare ad un massimo di 1.000 euro.

La somma pignorata rimane inferiore a coprire il debito, ma ricordati che c’è sempre l’obbligo di non eccedere il 50% delle somme depositate.

Teoricamente si dovrebbe arrivare con le somme pignorate a coprire anche le spese della procedura calcolate in maniera forfettaria.

Ma non sempre, a seconda delle somme presenti su un conto corrente, si riescono a coprire queste spese.

Cosa succede quando il creditore è l’Agenzia delle Entrate

Abbiamo parlato anche di una procedura molto specifica che vale sia per il pignoramento del conto cointestato, ma che varrebbe in generale anche per il pignoramento nel caso in cui il conto sia intestato ad un solo titolare.

Abbiamo parlato di ciò che il creditore deve notificare al debitore e dell’opportunità di disporre di una sentenza giudiziaria.

In particolare l’intervento del giudice è molto importante.

Diversa è però la situazione quando si tratta dell’azione dello Stato che agisce tramite l’Agenzia delle Entrate.

In genere ci sono delle norme di legge che consentono all’Agenzia delle Entrate di pignorare il conto, anche senza rivolgersi al tribunale, quindi senza nemmeno l’occasione di sostenere un’udienza davanti al giudice dell’esecuzione.

L’Agenzia delle Entrate notifica il pignoramento al debitore e alla banca ed ordina alla banca di versarle le somme pignorate se il contribuente entro 60 giorni dalla notifica non paga il debito.

Rimane sempre il limite del 50%, che però si può ottenere senza il tramite del giudice.

È da dire però che nei fatti la procedura per quanto riguarda il conto cointestato è più rigida anche da questo punto di vista.

Infatti l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità di rivolgersi al pignoramento del conto intestato ad una sola persona, ma quando si tratta di un conto cointestato è effettivamente molto più probabile che la procedura avvenga attraverso la citazione in giudizio.

Spetta infatti sempre al giudice il controllo che il pignoramento corrisponda al limite del 50% delle somme.

Come avviene il doppio pignoramento

A volte può capitare che si parli di doppio pignoramento, perché magari il creditore con la prima procedura non è riuscito a raggiungere la soddisfazione creditoria.

Infatti non c’è nessuna legge che vieta al creditore, una volta ottenuta la metà delle somme desiderate nel conto, di notificare un altro pignoramento sempre sullo stesso conto e che riguarda anche lo stesso debito.

In questo modo il creditore potrebbe continuare ad usufruire anche della residua parte rimasta nel conto.

In questo caso è sempre molto importante quindi, come abbiamo già detto, l’intervento di un giudice, perché questo comportamento da parte del creditore porterebbe in una prima istanza al pignoramento del 50% del conto e poi, in un secondo momento, un ulteriore pignoramento sempre del 50% sulla somma che è rimasta.

Quindi in totale si avrebbe un pignoramento del 75%.

Il giudice può anche non consentire questo doppio pignoramento, perché potrebbe ritenerlo come un abuso del diritto.

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