Pignoramenti Conto Corrente Contestato, Dipendenti e Pensionati!

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prignoramenti conto corrente cointestato

I pignoramenti conto corrente consistono in una procedura che viene messa in atto per recuperare un credito.

I pignoramenti del conto corrente possono essere rivolti sia verso un conto bancario che verso un conto postale.

Ma come funziona questa procedura?

Come si attua il pignoramento conto corrente?

Proviamo a fare chiarezza: innanzitutto spieghiamo che i pignoramenti su conto corrente avvengono quando c’è bisogno di recuperare un credito perché il debitore non ha immobili o beni mobili da usare come garanzia.

Infatti, nel caso il debitore avesse questi beni, essi potrebbero diventare oggetto di ipoteca e potrebbero poi essere sottoposti ad un procedimento di espropriazione forzata.

Ma andiamo più nel dettaglio e andiamo a vedere come avvengono i pignoramenti conto corrente e quali sono le norme che regolano questa procedura.

Come funzionano i pignoramenti di conto corrente

Partiamo spiegando come avviene il blocco conto corrente.

Chiariamo com’è la procedura che viene messa in atto.

Tutto comincia con una notifica pignoramento, che non consiste nel fatto di vietare al debitore di effettuare prelievi.

Innanzitutto viene notificato al debitore un titolo esecutivo, che è una sentenza del giudice oppure può essere per esempio un decreto ingiuntivo o una cartella dell’agente di riscossione(in questo caso si tratta di pignoramenti Equitalia conto corrente).

Poi viene notificato l’atto di precetto, che può essere una cambiale, un assegno o un atto stipulato davanti al notaio.

In questa situazione il debitore ha 10 giorni di tempo per poter pagare.

Infine si notifica l’atto di pignoramento vero e proprio, che viene inviato anche alla banca o alla Posta.

È soltanto in questo momento che la banca o la Posta rendono effettivo il divieto di prelievo e il debitore viene citato in udienza.

È poi il giudice che stabilisce la somma che deve essere restituita al creditore, potendo disporre anche la chiusura del conto.

In un caso del genere ci sono diverse situazioni che possono verificarsi.

Se il conto corrente è vuoto o ha un saldo negativo, se si ricevono bonifici, queste somme vengono pignorate.

Se il conto corrente è uguale alla somma che si richiede oppure inferiore, si blocca il conto e i bonifici che vengono ricevuti vengono bloccati fino all’udienza.

Se il conto corrente ha un saldo superiore alla somma che il debitore deve al creditore, può continuare comunque a prelevare i soldi in eccesso.

Come funziona il pignoramento del conto cointestato

Pignoramenti conto corrente cointestato? Se ti stai facendo questa domanda sei sulla pagina giusta!

Continua a leggere!

Abbiamo parlato anche dei pignoramenti conto corrente Equitalia e abbiamo visto come funziona la procedura in generale che porta ai pignoramenti conto corrente.

Ma che cosa succede nel caso di un conto cointestato?

In questo caso, se il debito è personale, comunque il pignoramento non si estende all’altro correntista.

Quindi il creditore può chiedere il blocco del 50% delle somme depositate in un conto.

Se ci sono somme in eccesso, queste ultime possono essere utilizzate sia dall’uno che dall’altro cointestatario.

Ogni bonifico che viene accreditato sul conto in una data successiva a quella in cui è stato disposto il pignoramento viene bloccato al 50%.

Come funziona per i dipendenti e per i pensionati

In riferimento anche ai pignoramenti del conto corrente, abbiamo parlato di limiti, che riguardano soprattutto il caso dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.

Infatti in queste situazioni il creditore non può pignorare tutte le somme che sono depositate.

Le norme stabiliscono che può essere bloccata soltanto la parte che eccede un certo importo e che corrisponde al valore che viene ottenuto moltiplicando la somma dell’assegno sociale per tre.

Nel 2019 l’assegno sociale corrisponde a 457,99 euro al mese, quindi il limite, considerando il triplo, è di 1.373,97 euro.

Quali conti correnti non si possono pignorare

In alcuni casi specifici non possono avvenire i pignoramenti conto corrente.

È il caso per esempio del conto corrente in rosso o quello di una pensione di invalidità.

Rientrano sempre in queste categorie “tutelate” gli assegni di accompagnamento per i disabili.

Naturalmente si deve dimostrare che nel conto corrente non confluiscano comunque anche altri redditi che derivano da fonti differenti.

Anche i conti PayPal sono pignorabili e anche i conti esteri.

Sono presi in considerazione anche le carte di credito e le prepagate.

Il pignoramento senza giudice

In alcuni casi si parla anche di un pignoramento del conto corrente possibile senza alcun procedimento giudiziario.

Si tratta di una procedura che viene applicata normalmente da Equitalia e dagli agenti della riscossione in generale.

A partire dall’1 luglio di due anni fa sono state introdotte delle disposizioni in seguito al decreto 193/2016.

Si tratta di norme che hanno introdotto la possibilità per i debitori di essere privati in maniera immediata delle somme sul loro conto, somme che poi vengono girate al Fisco per saldare eventuali debiti.

Quindi possiamo dire che per i debiti fiscali non esiste un vero e proprio procedimento giudiziario.

È la stessa Agenzia delle Entrate che procede alle verifiche ed attiva il procedimento.

Prima dell’entrata in vigore della nuova legge, Equitalia doveva rivolgersi all’Agenzia delle Entrate e attendere un riscontro da parte di essa.

Lo stipendio può essere pignorato?

Ultimamente le regole del pignoramento dello stipendio sono state cambiate.

Infatti è stato stabilito che ci sono delle nuove norme per quanto riguarda i pignoramenti in banca.

Per quanto riguarda quelli che avvengono presso i datori di lavoro, questi rimangono identici alle stesse regole che vigevano fino a qualche tempo fa, ovvero con un pignoramento ammesso fino al massimo di un quinto.

Quindi non si rischia più il pignoramento dello stipendio relativamente all’intero deposito che si ha, ma è in pericolo soltanto una parte del deposito stesso.

I versamenti successivi che si riferiscono alle varie mensilità possono essere pignorati fino a questo limite massimo, che appunto corrisponde ad un quinto.

Il creditore attua quello che si chiama tecnicamente il pignoramento presso terzi.

Su disposizione del giudice, si può rivolgere al datore di lavoro del debitore.

Il datore di lavoro corrisponde al creditore una parte della retribuzione, fino a quando è stato ripagato il debito, garantendo comunque per legge al lavoratore un minimo vitale.

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