Conto Corrente in Caso di Morte: Cosa Succede?

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Cosa succede al conto corrente in caso di morte?

In genere il conto corrente può avere un titolare o più titolari, che possono disporre della somma che vi è depositata fino alla sua scadenza, secondo le regole contenute nel contratto di stipula con la banca.

Ma cosa succede quando muoiono il titolare o una delle persone che decidono di cointestarsi un conto?

Sono delle domande legittime, di cui dovresti essere consapevole per sapere come orientarti nel conto corrente in caso di morte di uno dei titolari.

Quali sono i diritti degli eredi?

Scopriamo tutte le informazioni utili attraverso questa guida che ti proponiamo.

Il conto corrente viene chiuso?

Il conto corrente in caso di morte del titolare non viene chiuso automaticamente.

Infatti perché questa operazione possa essere realizzata, occorre che ci sia un’esplicita manifestazione di volontà da parte degli eredi.

La normativa, tuttavia, prescrive che la banca deve sempre agire nell’interesse degli eredi, secondo un rapporto di correttezza.

I comportamenti dell’istituto bancario devono essere quelli di prudenza e di buona amministrazione, in modo che l’eredità possa conservarsi in maniera integra.

Infatti, nel momento in cui vengono identificati gli eredi, questi devono essere informati ed interpellati sulla possibilità di esercitare i loro diritti, compresi quelli di recesso.

L’erede stesso può avere l’obbligo di informare l’istituto di credito del fatto che il correntista sia morto.

Inoltre può disporre della copia dei vari documenti che si sono susseguiti nel corso degli ultimi dieci anni.

La banca è tenuta eventualmente a congelare tutti i rapporti legati al conto corrente, in modo che su di esso non possano avvenire delle transazioni.

Facciamo un esempio pratico.

Se per esempio, dopo la morte del titolare, sul conto corrente arrivano dei bonifici, la banca deve mettere a disposizione la somma degli eredi.

Naturalmente prima occorre stabilire con certezza chi siano gli eredi del defunto e per fare questo all’istituto di credito deve essere presentata una dichiarazione di successione.

Cosa succede alla morte dell’unico intestatario?

Cosa succede al conto corrente in caso di morte, se è intestato soltanto ad una persona?

Gli eredi, in tale situazione, devono comunicare alla banca il decesso tramite un certificato di morte e hanno il diritto di conoscere quali prodotti finanziari aveva il defunto presso l’istituto di credito.

Inoltre gli eredi devono consegnare anche bancomat ed eventuali carte di credito.

Gli eredi diventano proprietari dei beni della persona deceduta e quindi anche del conto corrente in caso di morte soltanto dopo che hanno concluso la pratica di successione.

È importante che nella dichiarazione di successione venga inserita anche la somma esistente sul conto.

Cosa succede in caso di un conto cointestato

In caso di morte con conto corrente cointestato cosa fare se viene a mancare il cointestatario?

Secondo la legge il denaro che è depositato su un conto corrente cointestato appartiene in parti uguali ai due titolari.

Ma nel caso di un conto corrente cointestato, quando muore uno dei titolari, bisogna comunque fare una distinzione per capire che cosa succede.

Infatti bisogna vedere se il conto è a firma congiunta o a firma disgiunta.

Nel primo caso tutti i movimenti vengono autorizzati soltanto se tutti i titolari del conto rilasciano la loro firma.

Nel caso delle firme disgiunte, invece, ogni singolo titolare può operare facendo prelievi, bonifici e pagamenti.

Quindi alla morte del titolare, nel caso di conto corrente a firma congiunta, di fatto la banca congela la somma, fino a quando si individuano gli eredi legittimi del cointestatario che è venuto a mancare.

Se il conto corrente è a firma disgiunta, invece, gli altri titolari che sono rimasti in vita possono operare liberamente sul conto.

Ovviamente da questo punto di vista ci sono delle criticità, perché le operazioni dei titolari rimasti in vita potrebbero rivelarsi dannose per gli eredi.

In tale situazione difatti spesso capita che gli eredi stessi facciano delle richieste di rimborso.

Proprio per questo motivo la banca, per evitare contenziosi, a livello precauzionale blocca anche la somma contenuta nei conti correnti cointestati a firma disgiunta, fino a quando non siano stati identificati gli eredi con la presentazione della dichiarazione di successione.

Cosa deve fare l’erede?

Abbiamo già specificato che l’erede deve dare tempestiva comunicazione alla banca della morte del titolare del conto corrente, anche quando si tratta di un conto corrente cointestato a firma disgiunta.

Come ha dei diritti, come per esempio la possibilità di ricevere la copia dei movimenti realizzati sul conto negli ultimi dieci anni, allo stesso modo l’erede ha dei doveri.

Infatti abbiamo già parlato dell’obbligo di riconsegnare alla banca il bancomat, le carte di credito e gli assegni non utilizzati.

Ma cosa fare nel caso della morte del titolare del conto corrente, se questi documenti non vengono ritrovati?

In una situazione del genere l’erede ha il dovere di effettuare una denuncia di smarrimento e la banca provvede così a bloccare il conto.

Il tutto chiaramente in attesa che si individuino i proprietari del bene del deceduto, fatto che avviene soltanto mettendo in opera tutta la pratica della successione, di cui una copia deve essere consegnata all’istituto di credito.

Nel caso del conto corrente a firma congiunta, abbiamo visto che la situazione può diventare più complessa, perché, anche se solo uno dei cointestatari non autorizza l’operazione, è impossibile che la transazione venga completata.

A volte anche nel caso di un conto corrente a firma congiunta, quando il conto viene congelato in attesa di individuare gli eredi legittimi, coloro che sono chiamati all’eredità devono presentare il certificato di morte.

Poi devono procedere al deposito della dichiarazione di successione e, anche nel momento in cui questa non è obbligatoria, comunque gli eredi devono presentare un atto notorio o un certificato sostitutivo di atto notorio.

Soltanto dopo aver ottemperato a tutte queste procedure burocratiche, gli eredi del vecchio cointestatario hanno la possibilità di approvare oppure di recedere, sempre tramite firma congiunta, tutte le nuove operazioni che vengono effettuate sul conto.

Insomma, è una materia piuttosto complicata, di cui la legge tiene conto, in modo da tutelare gli interessi dei legittimi eredi, che sono i soli a poter decidere sul conto corrente alla morte della persona che ne deteneva la titolarità.

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